Dedicato ai miei compagni di Corso
magico Salento
La Taranta,
la Pizzica e il Morso d'Amore
Che ognuno
canti la sua terra! Io canto la mia: il Salento con le sue armonie e il suo
ritmo. Sono nato nel cuore del Salento, in uno di quei paesini della Grecìa Salentina ( l'accento è sulla ì di Grecìa): un'isola nella quale una manciata di piccoli
Comuni, sparsi fra secolari e rigogliosi ulivi, conserva come per miracolo un
antico dialetto, il grìko, retaggio di insediamenti
greci lontanissimi, attuale testimone commovente e prezioso di una civiltà,
quella greca che ha saputo dare nutrimento culturale al mondo.
Lampi di
ellenismo, pertanto, da tempo immemorabile vengono continuamente ad illuminare
i giovani del Salento, formandone la sensibilità e instillando quell'amore
intenso per la propria terra che sarà guida e sostegno per tutta la vita.
C'è nella mia terra un canto bellissimo, in dialetto griko, di un poeta locale, di Calimera, Vito Domenico Palumbo(1856-1918). Leggiamo.
Tosson ìsela
Tosson ìsela,
agàpi -mu,/
na ime e merodìa,/
tunù rodu
'u maiu/
pu vo su 'mbièo./
Isela na
ime o nòima,/
na ime e melodia/
tunù tu traudìu/
pu kkumpaneo;
/
satti pu
su miridzese/
ec'èssu sti kkardìa/
na sombo,
ecès to ièma/
ce sta mmialà;
ec'èssu
sti ccofàli-ssu/
nambo san armonia/
na kerestò
ma sena/
pu meletà/
(traduzione)
Tanto
vorrei
Tanto
vorrei, amor mio,/
essere
il profumo /
di
questa rosa di maggio/
che
io ti mando./
Vorrei
essere il concetto,/
essere
la melodia/
di
questo canto/
che
accompagno; /
quando tu ti
odori,/
dentro
l'anima/
entrarti
nel sangue/
e
nel cervello;/
dentro la
tua testa /
entrare
come armonia/
per
gioire con te /
che
leggi.
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Meravigliosi
sono i canti del Salento e le danze. Fra queste la più nota, la più
bella , la più sensuale, la più affascinante e delicata è la pizzica.
Ci sono tre
generi di "pizzica".
La pizzica "Tarantata"_______
La Pizzica "de Core"______
La Pizzica" Scherma"_______
Il Morso
della Taranta è il Morso d'Amore. Così lo descrive
Luigi Chiriatti: " ..è il
fenomeno della sofferenza...emblematico titolo di Morso d'Amore...vi è
codificato un motivo ancestrale della storia degli umani che vivono in
questo lembo periferico d'Italia. E' codificato cioè l'humus organico di una
terra antica e mitica, che ancora oggi, nell'epoca della computerizzazione e
informatizzazione generalizzata, riesce a nascondere gli intimi segreti
dell'anima di un popolo...Il morso e il ri-morso della taranta
salentina sono come una chiave, quella appunto della
vita e della morte della gente che vive il Salento...Il Mito e il
simbolo del Morso d'Amore sono rivelati potentemente dal Canto di
Cristina...Non si tratta di un vero e proprio canto, ma di un lamento
primordiale, di una nenia sofferta in segreto, di un torcersi e ritorcersi(
come l'essere morso e successivamente il sentirsi ri-mordere) al chiuso di una
stanza, o nascosti nell'ombra di un antico albero della macchia..."
La danza associata al morso della Taranta è la
pizzica "Tarantata."
Si dice sia
stato lo scontro delle due civiltà, l'Occidente e l'Islam, durante le Crociate
a far nascere il fenomeno del morso della taranta, un
ragno velenoso che infestava gli accampamenti dei Crociati nel vicino Oriente.
La Puglia, e maggiormente il Salento, erano terre di confine fra i due mondi.
Il nome del ragno o taranta prenderà forme di
danza per l'esorcismo dando origini ad esempio al ballo della pizzica tarantata, al nome della città di Taranto, alla danza della
tarantella. Tutte espressioni coreutiche che prendevano forma specialmente
durante il raccolto nelle campagne. Un grande studioso del fenomeno mitico della
taranta e quindi del tarantismo, Ernesto de Martino
ci indica, difatti come esso avvenga nella stagione estiva, all'epoca del
raccolto, laddove "il morso della taranta
colpiva prevalentemente le donne, poiché l'uomo nel raccolto andava più coperto
in quanto indossava i pantaloni. Le donne non avendo tale capo era più facile
che venissero morsicate o pizzicate. I ricchi non andavano in campagna e quindi
non erano soggetti al morso."
pizzica tarantata
Il ballo
della pizzica, esorcismo vero e proprio, con i suoi salti, con i suoi giri, e i
movimenti sempre più convulsi al suono della musica accompagnata dal ritmo
forsennato del tamburello, provoca il miscelarsi del veleno nel
sangue e quindi la guarigione. Le feste del raccolto erano quelle di san
Giovanni e di San Vito, un santo, quest'ultimo, da cui prende il nome il
" ballo di San Vito". Però la guarigione non era completa se non si fosse ucciso il ragno, il
quale , essendo ancora vivo, poteva ri-mordere provocando il ri-morso. Da
queste origini ancestrali viene così a scaturire il termine rimorso, ad indicare il perdurare della
colpa e della sofferenza. Il rito dell'esorcismo delle tarantate
si svolgeva quindi in casa al suono della musica della pizzica e durava
moltissimo tempo fino a che la tarantata con la
schiuma alla bocca in preda al più totale delirio convulsivo, non cadeva
stremata per terra onde provocare la morte del ragno.
La pizzica " de core" è una pizzica dolce che accompagna le feste familiari, in occasione di
battesimi, di matrimoni, di feste paesane. Esprime sentimenti di allegria , di
esultanza, di felicità, ma esprime anche un intenso afflato erotico e sensuale
tipico dell'atto di amore.
E' con la
pizzica de core che la donna esprime la sua scelta e
indica il giovane cui vuole congiungersi, rifiutando gli altri e danzando la
pizzica solo con lui, agitando le levigate braccia in alto e stringendo fra le
dita gli estremi di un grande foulard a indicare il lenzuolo della prima notte.
Io ho
ballato la pizzica de core con una ragazza bellissima
e bravissima: c'era da morire sia a ballare sia a contemplare le incredibili
movenze del corpo femminile. Credo al mondo non ci sia nulla di più
coinvolgente, e non ci stanno al paragone le danze cinesi, giapponesi, le geishe, i dervisci, gli indiani, le polinesiane, ecc..:
Incredibile ma la pizzica de core è unica!!!
Infine c'è la pizzica "
Scherma". Si danza fra maschi, fra due
uomini che si contendono la donna. Una derivazione forse della Danza delle
Spade, in Oriente. Anticamente si agitavano i coltelli con le mani. Ora sono le
dita tese, a indicare il colpo. E i colpi con la dita callose di un contadino o
di un giovane innamorato che non vuol perdere la donna del cuore sono
fortissime e possono anche far male. Molto male!
pizzica scherma
C'è un film
bellissimo che riporta tutte queste cose sotto forma di una terribile e tragica
storia d'amore e in cui sono stati inseriti tutti gli elementi che qui ho con pazienza
descritto. Il film si chiama " PIZZICATA" di
Eduardo Winspeare. Chi lo trova è bravo!!!Io ce l'ho!
Naturalmente! Esso, fra l'altro, sprigiona anche la realtà a volte
negativa del Salento con i suoi problemi di lavoro e di
disoccupazione.
Riporto una
riflessione: " Una cosa é certa, essa( la taranta)
non si farà mai addomesticare, non sarà lei a cadere nella ragnatela a volte
sterile delle elucubrazioni ideologiche. E' lei che cattura, fino a prova
contraria, e non certo con lo strumento dei discorsi. La taranta
è del popolo ed è figlia della sua sofferenza, è una voce che proviene dalla
terra: i contadini cantavano chinati verso terra e i loro canti hanno quindi
questa sonorità particolarissima, molto diversa, ad esempio, dalla vocalità
napoletana che è invece aerea."
due donne alla festa che ballano la
pizzica de core
La canzone più
famosa della pizzica tarantata così dice:
"Lu Santu
Paulu meu te le tarante,/
ca pizzichi le caruse
a 'mmenzu 'll'anche./
Lu Santu
Paulu meu te li scurpiuni/
ca pizzichi li carusi a li cujuni./...______
La pizzica de core più famosa è " Kali nifta" ( buona notte), unaserenata d'amore in dialetto
griko antico, scritta da Vito Domenico Palumbo, l'autore scrisse 8 strofe per la propria amata
Questa canto è ritenuto patrimonio della tradizione salentina.
Il video che figura in
questo blog ad integrazione di questo post, è stato fatto dalla bravissima e
dolce mpt2003. Esso riporta la " pizzica lenta" , praticamente
una pizzica de core composta da me, trampolino
tonante, e da me interpretata al pianoforte. Sto cercando di
scrivere il testo. E qualcuno/a che la canti.
Un antichissimo detto latino, trovato su google, così recita:
"Genuit hic natura arachneum animal nocentissimum...", la natura vi ha generato (nella penisola salentina).
Ballate Salentini, continuate a ballare e fate ballare il mondo!
dopo la pizzica de core
fra gli ulivi
I testi e i disegni del post sono di giuseppe
campa