Consegna dello Spadino |
Oggi è un giorno da non
dimenticare, ho avuto in consegna lo spadino.
La cerimonia si svolge in un pomeriggio di metà
dicembre.
Anziani con lo
spadino, cappelloni senza ma con il fodero, sono schierati su file
alterne all'interno della grande palestra.
Gli attori siamo solo noi, allievi del primo e del
secondo anno.
Tutti gli
ufficiali dall'alto della tribuna ci osservano seriosi e immagino
compiaciuti.
Breve
allocuzione del Comandante dell'Accademia, Generale di divisione Oreste
Viligiardi, che si congratula con gli allievi del primo anno per il
traguardo conseguito, esortandoli a proseguire con impegno e serietà gli
studi e l'iter formativo che li attende.
Ad un secco comando gli anziani eseguono un fianco
destro, noi uno sinistro per trovarci di fronte.
All'ordine" consegna!"
l'anziano porge lo spadino al cappellone sul palmo della mano destra,
che lentamente lo depone nel fodero.
Lo sguardo dell'anziano che mi sta davanti è fiero
e rassicurante, il mio è orgoglioso ed onorato del suo gesto.
Rimaniamo tutti sull'attenti
mentre si diffondono sommesse poi sempre più maestose le note e il coro
del "Và pensiero".
Mi
commuovo, come altri, per la musica e soprattutto per il significato del
momento: ho superato il tirocinio, sono allievo ufficiale a tutti gli
effetti, porto sulle spalline la barretta del primo anno, ho lo spadino
che impugno stretto con la mano sinistra, come se volessi non più
distaccarmi.
Sono
felice.
Sprovvisto di
una foto del tempo, ne osservo una relativa alla cerimonia di consegna
dello spadino agli allievi del 185° corso in occasione del
"Quarantennale" del nostro ingresso in Accademia.
E noto che i cadetti
indossano, al posto del pesante cappotto, una leggera mantellina blu di
Prussia, il cinturone sotto la giubba e il fondo dei pantaloni
allacciato al sottoscarpa.
Per il resto non è cambiato nulla rispetto al
1963.
Ah sì, c'è una
grossa novità: insieme ai cadetti ci sono le cadette!
Pier Gianni
Ferrando