Lettera di Antonio Giambanco a Filiberto Cecchi

Firenze, 22 maggio 2006

Solo da poche ore sono tornato nell'ormai mia Firenze con il cuore e lo spirito pieno di tante emozioni, di tanti ricordi con nelle orecchie ancora il suono della bella musica e soprattutto la coralità e l'intensità emotiva con la quale tutti hanno partecipato a questa riunione. Cosa dirTi....... GRAZIE!!!!! Un grazie così profondo, così sincero, così spontaneo, così grande che da solo basterebbe a riempirebbe tutta la pagina.

Potrei smettere qui ma, se mi consenti, rubo ancora qualche minuto del Tuo prezioso tempo perché ritengo "giusto renderTi partecipe di alcune mie riflessioni che, concedimi la modestia, sono fatte da un uomo che in questo momento ha più esperienza di Te, un pensionato da oltre 7 anni!.

Tu non puoi e sottolineo non puoi immaginare quanto bene Tu e tutti quelli che Ti hanno aiutato in questi giorni, abbiate fatto a tutti noi; appendere la divisa al chiodo è un atto che anche Tu ineluttabilmente farai ed anche se la vita Ti ha portato ad avere le spalle forti, a superare momenti c~e_senza dubbio hanno messo a dura prova il tuo equilibrio più della stragrande maggioranza di tutti noi, credimi questa Tua esperienza non sarà sufficiente a superare il quotidiano cioè il vivere di tutti i giorni te lo dico sia perché l'ho vissuto in prima persona sia perché il passato professionale mi ha dato l'opportunità di vivere in stretto contatto con uomini che come Te hanno raggiunto i vertici della nostra organizzazione.

Da questa riflessione nasce ancora una volta il mio sentito ringraziamento; Tu hai fatto e sono sicuro farai ancora, quello che poco ho visto fare a tanti; sei ancora pieno di quelle emotività che Ti hanno da sempre accompagnato, non sta a me esortarTi a conservarle! ! !!

È un bagaglio che ciascuno di noi porta nell'animo; è una "riserva strategica" alla quale attingere nei momenti di buio sempre più numerosi quando si vive in un mondo così diverso da quello che si è lasciato, nei momenti di incertezza, nelle giornate di riflessione propedeutiche a decisioni importanti. Ecco quello che avete fatto: in questi due giorni ci avete aiutato a ricaricare le pile, a sostituire i reparti decimati di questa riserva; sono sicuro che avrai compreso il nostro stato d'animo, ma credimi solo vivendo il nuovo "stato giuridico" si può pienamente capire e conseguentemente apprezzare.

Ma ora bando al "piagnisteo" dobbiamo tutti vivere un momento direi magico, un momento che vede, specie da parte di voi tutti ai vertici, la possibilità di concretizzare almeno in parte,

mi auguro in massima parte, quello che per tutti 43 anni fa è stato il viatico che abbiamo giurato dovesse accompagnarci per tutta la vita. Noi ve lo auguriamo dal profondo del cuore, convinti che siete consci delle responsabilità che gravano pesantemente sulle vostre spalle, fieri di appartenere ad un' organizzazione che ha saputo scegliere i migliori, felici di sapere che il nostro Esercito poggia la propria esistenza su Uomini di cui conosciamo la rettitudine, la professionalità, l'entusiasmo necessari a superare le immancabili difficoltà indipendentemente dai risultati che qualche volta a malincuore ciascuno di voi dovrà accettare.

Ancora grazie e l'augurio di buon lavoro. Sappi che tutto il Corso è con Te c'on un affetto ed uno spirito partecipativo tale che deve portare" a considerarTi fortunato; inneggio al 20° ma se mi consenTi vorrei inneggiare all'Istituzione che ci ha dato l'opportunità di vivere e operare alla luce di quegli ideali che tanto ci hanno aiutato e che tanto ora ci supportano.

Antonio Giambanco