Messaggio di Filiberto CECCHI a tutto il 20° Corso

Carissimi amici del 20° Corso,

in uno dei rari momenti liberi, ho preso visione del dibattito che si è innescato sul nostro sito in merito agli ultimi drammatici eventi di NASSIRIYA. Nel frattempo, purtroppo, altri due giovani professionisti dell’Esercito hanno perso la vita ed altri quattro sono rimasti feriti, per fortuna in modo non gravissimo, in un altro attentato nei pressi di KABUL.

Come potete ben immaginare, seguo costantemente con apprensione, ma anche con grande attenzione, lo sviluppo delle attività nei diversi Teatri operativi, dove circa 6.000 uomini e donne della nostra Forza Armata affrontano giorno dopo giorno un impegno duro, complesso e rischioso per assolvere la missione affidata loro dal Paese.

Ogni Teatro si differenzia dagli altri per peculiarità proprie ed è difficile metterle a confronto. Tuttavia alcuni elementi li accomunano:

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tutti versano in gravi condizioni di degrado sotto l’aspetto politico, sociale, economico, di sicurezza e di ordine pubblico;

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le popolazioni locali mostrano, in genere, apprezzamento nei confronti della presenza dei nostri soldati, cui è riconosciuta professionalità, determinazione, fermezza, non disgiunte da una giusta dose di umanità;

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incombe su tutti una minaccia multiforme, sfuggente, subdola ed imprevedibile, che può manifestarsi ovunque, in ogni momento, da parte di chiunque, con le tecniche dalle più rudimentali alle più sofisticate, sotto forma di autobomba, attacco suicida, mina, ordigno comandato a distanza, razzo, colpo di mortaio, imboscata con armi portatili, controcarro o controaerei, e chi più ne ha più ne metta.

Questo è lo scenario nel quale i nostri Comandanti e le nostre unità si muovono; uno scenario nel quale il giusto dosaggio di deterrenza, capacità operativa sul terreno e sensibilità nei confronti della popolazione rappresenta elemento determinante di successo e di sicurezza. I nostri lo stanno facendo al meglio, ricevendo apprezzamento unanime dei nostri partner, con i quali condividiamo esperienze, procedure e tattiche d’impiego.

Se così non fosse, non sarebbe affidata all’Italia, cioè ai nostri Comandanti, la guida di tutte le principali operazioni multinazionali tuttora in atto (EUFOR in BOSNIA, KFOR in KOSOVO, ISAF in AFGHANISTAN, PRT e RAC West in HERAT).

Tutto ciò, purtroppo, non è sufficiente ad eliminare i rischi e ad evitare i tragici attacchi e le perdite che oggi piangiamo e che colpiscono, peraltro in misura molto superiore, tutte le altre Forze delle coalizioni impegnate negli stessi Teatri.

Noi abbiamo il dovere di sostenere questi uomini, assicurando una pianificazione ed una gestione corretta delle operazioni e fornendo alle nostre unità quanto di meglio la Forza Armata è in grado di esprimere, in termini di capacità professionale, di mezzi e materiali e di alimentazione logistica. Lo stiamo facendo, pur costretti a sacrificare, nell’attuale congiuntura di bilancio, altre importanti attività ed altri prioritari settori funzionali in Patria.

Ma dobbiamo sostenerli soprattutto moralmente, con il consenso, la gratitudine, il rispetto di tutta la Nazione, Istituzioni, Organi Giudiziari, Forze Politiche e cittadini inclusi.

Ecco perché, in un momento così difficile, considero ogni accusa rivolta con leggerezza e senza piena conoscenza delle realtà dei Teatri, ingiusta e pericolosa in quanto rischia di minare la motivazione del personale che sta operando con coraggio e abnegazione in contesti così delicati per l’assolvimento del compito assegnato.

In questa situazione, invece, ritengo doveroso compattare le fila, riflettere in modo pacato e costruttivo e adottare, sulla base delle esperienze maturate, misure ancor più efficaci e concrete per ridurre ulteriormente i rischi. Tutto ciò, nella consapevolezza che comunque essi rappresentano un fattore ineliminabile della nostra professione.

E’ questo il modo migliore per onorare i nostri caduti e non vanificare il loro sacrificio.

W il 20° Corso!

Filiberto Cecchi

Nota: il presente messaggio è stato inserito anche nel FORUM,